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Tempo di lettura: 4 min

Dieta chetogenica: una risposta fisiologia per alcune problematiche e per il dimagrimento

Negli ultimi dieci anni, la dieta chetogenica ha attirato un interesse crescente non solo nel mondo sportivo e del fitness, ma anche in ambito clinico. L’uso di integratori specifici, la crescente mole di studi scientifici e il perfezionamento delle varianti alimentari hanno contribuito alla diffusione di questo approccio. Lontano dall’essere una semplice “moda”, la dieta chetogenica si configura oggi come uno strumento potenzialmente utile in molteplici contesti fisiologici.

 A cosa serve e come funziona la dieta chetogenica La dieta chetogenica è un regime alimentare a bassissimo contenuto di carboidrati (5-10%), moderato in proteine (15-20%) e ricco di grassi (70-80%). L’obiettivo è quello di indurre uno stato metabolico detto chetosi, nel quale il corpo utilizza i corpi chetonici come fonte principale di energia in sostituzione del glucosio.

Questi composti (acetoacetato, β-idrossibutirrato e acetone) vengono prodotti dal fegato a partire dagli acidi grassi. La dieta chetogenica è nata negli anni ’20 del Novecento per trattare l’epilessia infantile farmaco-resistente e, dopo un periodo di abbandono, ha visto una rinascita grazie ai suoi effetti su obesità, sindrome metabolica, diabete tipo 2, PCOS (ovaio policistico) e persino malattie neurodegenerative come Alzheimer e Parkinson.

Tra i principali vantaggi si annoverano: riduzione del grasso viscerale, miglioramento della sensibilità insulinica, effetti neuroprotettivi, controllo dell’appetito e un possibile effetto antinfiammatorio.

L’importanza degli MCT nella dieta chetogenica. I trigliceridi a media catena (MCT) hanno una struttura chimica speciale. Questa struttura permette loro di essere assorbiti rapidamente.

Gli MCT vengono convertiti in energia nel fegato. Non hanno bisogno di trasporto linfatico.

Questo li rende ideali nella dieta chetogenica, dove accelerano l’ingresso in chetosi e possono ridurre i sintomi della fase di adattamento.

Gli MCT inoltre aumentano la termogenesi e l’ossidazione dei grassi, favorendo una più efficiente perdita di peso. Alcuni studi suggeriscono anche un miglioramento della composizione corporea rispetto ai LCT (trigliceridi a lunga catena

Ruolo del probiotico Saccharomyces boulardii nelle diete keto Il Saccharomyces boulardii è un lievito probiotico che ha mostrato effetti benefici sull’equilibrio del microbiota intestinale e sull’infiammazione sistemica. In contesto chetogenico, può contrastare la disbiosi legata a un’alimentazione povera di fibre e ricca di grassi, migliorando così la sensibilità insulinica e il metabolismo glucidico.

Inoltre, S. boulardii ha dimostrato di rafforzare la barriera intestinale e di ridurre la permeabilità, un fattore chiave nelle condizioni infiammatorie croniche. L’integrazione con questo probiotico rappresenta dunque un valido supporto nutraceutico nelle diete keto, soprattutto se prolungate.

Ruolo della carnitina nel metabolismo lipidico La L-carnitina è una molecola fondamentale per il trasporto degli acidi grassi a lunga catena nei mitocondri, dove vengono ossidati per produrre energia (ATP). In ambito chetogenico, il suo ruolo diventa centrale nel potenziare l’efficienza del metabolismo lipidico.

Una metanalisi condotta su soggetti in sovrappeso e con disordini metabolici ha mostrato che la supplementazione con L-carnitina riduce la glicemia a digiuno, l’insulino-resistenza (HOMA-IR) e migliora il profilo lipidico. Inoltre, la L-carnitina ha effetti positivi su performance fisica, lucidità mentale e composizione corporea.

L’importanza del supporto alla funzionalità epatica Poiché il fegato è il principale organo deputato alla produzione di corpi chetonici, è fondamentale supportarne la funzionalità durante una dieta chetogenica. Sostanze epatoprotettive come la silimarina (estratta dal cardo mariano) si sono dimostrate utili nel ridurre le transaminasi, la steatosi epatica e l’insulino-resistenza nei soggetti con sindrome metabolica o NAFLD.

Un fegato sano migliora l’efficacia della chetosi e riduce il rischio di accumuli metabolici. In questo senso, l’integrazione mirata può migliorare la tollerabilità e i risultati clinici della dieta.

KETOMEAL MCT: la proposta di KEFORMA per ottimizzare la risposta metabolica nelle diete ricche di grassi e proteine……e non solo KETOMEAL MCT di KEFORMA è un prodotto formulato per sostenere lo stato metabolico della chetosi attraverso una miscela equilibrata di grassi, proteine e micronutrienti.

Ogni porzione contiene il 51% di grassi (di cui una quota significativa come MCT) , il 30% di proteine ad alto valore biologico (siero del latte, albume d’uovo) e , cosa importantissimo non solo 0 zuccheri ma anche 0 polioli che in molti casi potrebbe alterare la risposta alla dieta chetogenica

 

 

La sua composizione prevede MCT (Trigliceridi a Media Catena) – 5,7 g , L-Carnitina – 500 mg, Cardo Mariano 200 mg (di cui 160 mg Silimarina), Saccharomyces boulardii – 1 miliardo UFC, Inulina prebiotica

Questa avanzata ed efficiente formulazione

  • Favorisce l’induzione della chetosi
  • Nessun impatto glicemico significativo
  • Formula digeribile e adatta a regimi low-carb/keto

La totale assenza di polioli è particolarmente rilevante: questi composti, spesso usati nei sostitutivi dei pasti, possono causare disturbi intestinali (gonfiore, meteorismo, diarrea). KETOMEAL MCT evita questo problema, risultando più tollerabile e funzionale.

A chi si rivolge KETO MEAL ?

Il prodotto, facilmente solubile, è disponibile nei gusti cioccolato, vaniglia e pesca. Può essere usato sia per la colazione che per spuntini e snack. La composizione è stata studiata per ottimizzare gli obiettivi della dieta chetogenica ma, per i suoi prodotti di alta qualità potrebbe anche essere opportunamente inserito all’interno di alimentazioni semplicemente Low Carb.

Il KETO MEAL è adatto sia per sportivi che per qualsiasi persona vogli approcciarsi ad una alimentazione a bassi carboidrati

Bibliografia essenziale

  1. Paoli A, et al. Beyond weight loss: a review of the therapeutic uses of very-low-carbohydrate (ketogenic) diets. Eur J Clin Nutr. 2013.
  2. St-Onge MP, et al. Medium chain triglycerides increase energy expenditure and decrease adiposity in overweight men. Obesity Research, 2003.
  3. Kelesidis T, et al. The role of probiotics in gastrointestinal disease. Curr Opin Gastroenterol. 2019.
  4. Malaguarnera M, et al. L-carnitine supplementation improves insulin sensitivity in patients with insulin resistance. Am J Clin Nutr. 2007.
  5. Loguercio C, Festi D. Silybin and the liver: from basic research to clinical practice. World J Gastroenterol. 2011.

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